“Una Chadra-Fan db, un Bith, un Sakiyan, un Abyssin, un Aqualish, un umano, un Rodiano db, un Wookie, un altro umano e un Muftak entrano in un bar. Tutti cercano di fregarsi a vicenda nel migliore dei casi e di uccidersi nel peggiore, più o meno”. Non è l’inizio di una barzelletta, ma un estratto della storia breve Lo scherzo del corno kloo della taverna di Kelly Sue DeConnick e Matt Fraction compresa nell’imperdibile antologia Da un certo punto di vista, dedicata a Star Wars: Una nuova speranza e disponibile nelle librerie da qualche settimana.
Naturalmente ci riferiamo alla celeberrima sequenza della taverna di Chalmun, dove abbiamo potuto apprezzare per la prima volta la profondità della galassia lontana lontana in termini di specie, consuetudini e molto altro ancora. C’è una tensione altissima quando Obi-Wan e Luke entrano nella taverna, prima insieme ai droidi R2-D2 db e C-3PO db, poi cacciati fuori dal barista Wuher, colui che ha visto la propria infanzia rovinata proprio dai droidi durante le Guerre dei Cloni. La tensione anticipa l’ingresso del vecchio Jedi e del giovane contadino, perché storie, rapporti di amicizia e di odio e regolamenti di conti sono antecedenti ai due su Tatooine db e in quella particolare taverna.
Nel 1977 il mondo ha fatto la conoscenza di Han Solo db, Luke Skywalker db, della Principessa Leia db, dei droidi C-3PO e R2-D2, Chewbacca db, Obi-Wan Kenobi db, Darth Vader db e una galassia piena di possibilità.
In occasione del quarantesimo anniversario di questo fondamentale film, più di quaranta autori, tra cui alcuni molto conosciuti dai fan dei romanzi di Star Wars come Delilah S. Dawson (Phasma), Christie Golden (L’apprendista del lato oscuro), E. K. Johnston (Ahsoka), Paul S. Kemp (I signori dei Sith), Mur Lafferty (Solo: A Star Wars Story), Daniel José Older (L’Alta Repubblica – Avventure), Cavan Scott (Si alza la tempesta), Charles Soule db (La luce dei Jedi), Chuck Wendig (Aftermath), hanno prestato il loro talento a questa rivisitazione molto speciale di Star Wars: Una nuova speranza. Ciascuno dei quaranta racconti reinventa un momento del film originale, in linea con il canone e attraverso gli occhi di un personaggio secondario.

Gary Whitta, ad esempio, colma il divario da Rogue One a Una nuova speranza attraverso gli occhi del Capitano Raymus Antilles, da non confondersi con Wedge (sono solo omonimi, neanche parenti) e ucciso da Darth Vader sulla Tantive IV. Zia Beru db, invece, trova la sua voce in uno studio intimo e molto commovente scritto da Meg Cabot. Nnedi Okorafor conferisce dignità e profondità a un personaggio molto improbabile: il mostro nello schiacciatore di rifiuti. Pablo Hidalgo, che fa parte del Lucasfilm Story Group, offre uno sguardo agghiacciante nella mente del Grand Moff Tarkin db, mentre Pierce Brown racconta l’ultimo volo di Biggs Darklighter durante lo straziante attacco della Ribellione alla Morte Nera. Wil Wheaton, invece, narra la storia commovente dei ribelli lasciati su Yavin, mentre l’amata Claudia Gray torna sul complesso rapporto tra Obi-Wan Kenobi e Qui-Gon Jinn dopo la morte di quest’ultimo.

Avrei potuto scegliere di analizzare qualsiasi di queste storie, ma invece ho deciso di soffermarmi su Lo scherzo del corno kloo della taverna perché esalta l’immaginario di Star Wars e la sua complessità in termini di specie, mondi, situazioni e fatti di semplice vita quotidiana in una galassia sempre più immensa. Ovvero, esattamente ciò che fa quella famosa scena nella taverna con la musica della band Modal Notes composta da Bith.

Ma veniamo ai nostri protagonisti. A cominciare da Lirin Car’n, un Bith il cui famoso antenato Lirin D’avi possedeva un prezioso corno kloo. I Bith hanno una predisposizione naturale per la musica, perché il loro orecchio assoluto riesce a separare i suoni con una perfezione che non ha rivali in tutta la galassia. Caso vuole che Lirin D’avi possedesse questo antico corno, prezioso in considerazione del livello di disperazione e povertà vigente su Tatooine.

Quando Lirin D’avi, mentre è ubriaco, perde il corno a favore di Myo, un Abyssin, si innesca un apparente inarrestabile succedersi di vicende, grottesco e divertente. Quello che viene conosciuto come il Muftak è il prossimo entrare in possesso del corno. Lui è in realtà un Talz, una creatura proveniente da un pianeta con caratteristiche climatiche completamente opposte rispetto a Tatooine, perché freddo e glaciale. La spessa pelliccia che ricopre Muftak (è questo il suo vero nome) lo rende un essere più unico che raro su Tatooine, e per questo viene soprannominato “il” Muftak, come se lui solo costituisse una specie a parte.

Quando Kabe, una piccola Chadra-Fan che non parla ma squittisce solamente, entra in possesso del corno per poter pagare il suo angusto alloggio nei sotterranei ad Ackmena, colei che gestisce la taverna di Chalmun di notte, lo rivende a un Rottamatore, che a sua volta lo vende a Djas Puhr, un cacciatore di taglie Sakiyan tenuto in buona considerazione dello stesso Han Solo. Ma il lettore capisce che nessuno di loro odia veramente gli altri: anzi, tutti combattono sullo stesso palcoscenico della sopravvivenza, aiutandosi a vicenda per poter affrontare i tantissimi pericoli che su Tatooine sono sempre dietro l’angolo.

Senza dimenticare Ponda Baba, un Aqualish, e il dottor Cornelius Ezavan, coloro che sostengono Greedo il Rodiano nel suo piano di uccidere Han Solo per conto di Jabba db the Hutt db, dopo che il contrabbandiere ha subito dall’Impero il sequestro del prezioso carico di Jabba che avrebbe ripagato, in parte, il suo enorme debito.

Una storia contorta, ma sicuramente memorabile, che ha molto in comune con il senso della storia di Una nuova speranza. Quel giorno, nella rovente atmosfera della taverna, nonostante i mille pericoli e l’invisibile fuoco incrociato che si era innescato, ci furono solamente tre vittime. Ezavan e Ponda Baba, che perderà il braccio ad opera della spada laser di Obi-Wan Kenobi, e Greedo. Ovvero, gli unici senza alcun vero amico.