Fra le numerose tipologie di rituali Sith, uno fra tutti spicca per brutalità e vastità di azione. Il Kaggath è una antica cerimonia che si caratterizza in parte come un duello e in parte come una ciclopica battaglia di strategie – viene infatti paragonata ad una partita di dejarik – fra due contendenti dell’Ordine Sith i quali si scontrano fino alla morte e all’umiliazione della parte avversa. Le motivazioni che portavano all’invocazione di questo rituale potevano essere molteplici fra cui: conflittualità accesa, rabbia, vendetta, avidità o antipatia.

Durante i secoli dell’Impero Sith di Vitiate, solamente colui che era considerato all’altezza dal Consiglio Oscuro poteva sfidare e declarare un Kaggath, ciò era ovviamente dipeso dalla sua potenza nella forza e dalla sua autorità all’interno della gerarchia imperiale. Lo sfidante poteva liberamente scegliere il campo di battaglia. Le scelte variavano fra un pianeta, un sistema stellare o l’intera galassia stessa. Il declinare la partecipazione al rituale significava concedere i propri titoli allo sfidante.

Le regole del duello erano semplici: solo ed unicamente le forze singole o assoggettate delle due parti potevano scontrarsi, altre intromissioni o aiuti avrebbero comportato la sconfitta automatica. L’infrazione di tale regola di norma prevedeva l’esecuzione della parte in fallo per mano di uno o più Sith non coinvolti in quello specifico Kaggath.

La conclusione di questo devastante rito bellico avveniva quando o si era sconfitti definitivamente o quando ci si arrendeva, dando la possibilità alla parte vittoriosa di liquidare definitivamente il suo avversario oppure di lasciarlo in vita, schiacciato dal peso dell’umiliazione. Questa ultima opzione diveniva ancora più tragica poiché il vincitore aveva il diritto di spogliare lo sconfitto di ogni sua proprietà assieme a tutte le sue risorse militari e non.

Lo smacco estremo poteva risultare nel lasciare lo sconfitto in vita, requisirgli ogni bene per poi distruggere tutto il bottino, il che era uno dei diritti contemplati. Ultima e ancora più degradante possibilità era quella di praticare una totale damnatio memoriae dell’avversario eliminandone il nome da ogni documento ed iscrizione pubblica, andando così a condannarne all’oblio ogni possibile ricordo.

Molti furono i Kaggath nella storia dei Sith. Secondo Darth Thanaton, Marka Ragnos partecipò ad un simile rituale durante la sua ascesa, ma anche Ludo Kressh e Tulak Hord ne furono protagonisti. Quest’ultimo in particolare dopo aver vinto, ordinò che il nome del suo avversario venisse cancellato dalla storia.

Nel 4043 BBY due esponenti del Consiglio Oscuro, Darth Qalar e Darth Victun, diedero vita ad un Kaggath nella Cittadella Imperiale di Dromund Kaas. Al termine dello scontro il conglomerato urbano era stato raso al suolo e pertanto, gli altri dieci esponenti del Consiglio eliminarono immediatamente i due contendenti.

Anche Darth Tormen partecipò ad un Kaggath sul pianeta Ziost, ma ebbe modo di uccidere il suo contentende, Lord Fatalissar, poco prima che il rituale potesse avere ufficialmente inizio. Ma il più noto e recente Kaggath fu quello tra Darth Thanaton e Lord Kallig – futuro Darth Nox –, avvenuto nel 3641 BBY.

Dopo un primo duello su Corellia db e la conseguente fuga di Thanaton, lo scontro finale ebbe luogo nella camera del Consiglio Oscuro su Korriban, dove Thanaton venne sconfitto nuovamente. Il morente Signore Oscuro chiese aiuto, dando così l’opportunità a Darth Mortis di finirlo rompendogli l’osso del collo. Era stata infatti infranta una regola fondamentale: non ricorrere ad ausili esterni.