Sin da quando, in episodio IV, il cavaliere Jedi Obi-Wan Kenobi db diventa tutt’uno con la Forza, ci si è chiesti cosa accade ad un Jedi appena muore.
Nel corso delle opere, l’argomento è stato più volte toccato, senza tuttavia mai darne una chiara spiegazione. È arrivato il momento di fare chiarezza sul “mondo di là della Forza”.
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Con la morte si cessa davvero di esistere?
In episodio III, è il maestro Yoda db ad affermare che tutti, alla morte, diventano parte della Forza e, nell’arco finale della sesta stagione di “The Clone Wars“, dedicato proprio al piccolo maestro verde, ci viene fatto intendere che da morti si perde la propria identità nella Forza.
L’essere stati, però, in vita sensibili alla Forza conferisce ad alcuni l’abilità di ritenere la propria individualità e di manifestarsi nel mondo fisico.
La Luce rende immortali
Il primo ad aver scoperto tale capacità è stato Qui Gon Jinn, il cui addestramento fu peró incompleto, consentendogli solo di comunicare con i vivi o manifestarsi come fantasma di Forza nei luoghi in cui questa scorra potente, come Mortis.
In seguito, anche il maestro Yoda riesce a svelare il segreto, dopo averlo appreso da cinque misteriose sacerdotesse, anch’esse morte, ma in grado di apparire sul piano materiale e persino di influenzarlo (non è un caso che il fantasma di Kenobi “sposti” i rami al suo passaggio o possa “sedersi” sulle radici degli alberi di Dagobah db).
Per altri Jedi, anche senza addestramento, non è del tutto precluso l’accesso al mondo dei vivi. La volontà di Kanan Jarrus db continua a guidare il suo Padawan, nella forma di un gigantesco Loth-lupo apparso in sogno ad Ezra Bridger db, con il vero nome del suo maestro.

Come affermato dallo stesso George Lucas, solo attraverso la compassione e l’altruismo si può acquisire quello stato che consente di divenire fantasmi di Forza. Del resto, è l’assenza di un attaccamento terreno che eleva il Jedi oltre i suoi limiti fisici.
Al contrario, il desiderio di possedere, di potere e di dominare la Forza stessa vincola gli adepti del lato oscuro alla materialità.
Le promesse del Lato Oscuro non sono mai eterne
Benchè la sensibilità alla Forza consenta agli accoliti del Lato Oscuro una limitata capacità di vincere la morte, essa puó avvenire solo ancorando il proprio spirito ad un oggetto fisico.
Che sia una maschera, come per il rinnegato Sith Momin, o l’olocron attraverso cui la Presenza, Sith morta da moltissimo tempo, parla al giovane Ezra , ovvero un clone macilento come quello che ospita Palpatine db in episodio IX, i Sith possono eludere la morte, aggrappandosi al mondo terreno, ma cessano di esistere una volta che il legame con questo vienereciso.
Eppure, tramite la Forza, è possibile che si possa raggiungere uno stato intermedio, una sorta di limbo tra vita e morte, senza essere del tutto liberi.
Il primo esempio di questo stato ci viene offerto da Lord Dorwin Corvax, l’Alfiere Nero di Mustafar db, divenuto uno spettro incapace di morire a causa del tentativo della sua amata di riportarlo tra i vivi.
Come sanno coloro che hanno giocato a “Vader Immortal”, il prezzo di questo gesto è stato atroce, prosciugando della sua vitalità il pianeta Mustafar e trasformandolo in una landa di lava e malvagità. Proprio grazie a Corvax, Vader scopre un modo per riportare in vita, o così almeno crede, la propria amata Padmè Amidala db, attraverso due antichi manufatti, l’”aeon engine” e la “bright star”.
Più di recente, la nuova serie a fumetti di Star Wars ha riportato alla luce la figura del Grande Inquisitore, ridotto ad uno schiavo etereo di Lord Vader, condannato ad infestare un vecchio tempio jedi.

Ancora non è stata fornita alcuna spiegazione canonica, ma è probabile che il Signore Oscuro dei Sith abbia “recuperato” lo spirito dell’ex guardia Jedi dalla Forza, imprigionandolo in quel limbo in cui lo stesso Corvax era condannato.
Anche le Sorelle della Notte hanno scoperto come ingannare la morte. Notoriamente dedite ad un uso esoterico del Lato Oscuro, le streghe di Dathomir db traggono il loro potere dal pianeta natio. E non lo abbandonano da morte. I loro spiriti rimangono imbrigliati in oggetti di culto, fintanto che non vengono distrutti.
Nell’universo di Star Wars, la morte è davvero una fase di passaggio. Per i jedi, liberi da ogni vincolo materiale, questa è la porta per l’immortalità.
Ai Sith ed agli altri accoliti del Lato Oscuro, terrorizzati dalla morte ed alla ricerca della vita eterna, sembra che la Forza abbia giocato un brutto tiro. Possono sì tentare di ingannarla, ma mai vincerla.